Marco Diana: ‘A novembre sarò morto, ma prima azione eclatante verso lo Stato’

Il militare Sardo ammalato per cause di servizio è stanco di lottare contro negligenza e burocrazia e dichiara a Sa Natzione: “Mi son venduto persino dei mobili in noce e qualche catenina d’oro, sto vendendo la casa. Roma continua a non pagare la mia assistenza, nonostante tutte le sentenze in mio favore certifichino questa necessità. Mentre alla ASL qualcuno fa ostruzionismo, come se dovessero pagare loro ciò che compete allo Stato”.

Ma non è tutto, perché nessun politico regionale, provinciale o parlamentare Sardo pare seriamente essersi interessato a questa drammatica vicenda. L’ex ministro della Difesa La Russa, pur non avendo ottenuto risultati, è stato più attento. Con la solidarietà non si pagano i costi dell’assistenza, dei viaggi, dei medicinali e degli integratori. E con rammarico Marco tiene a sottolineare che, nonostante il recente impegno della stampa locale sulla sua vicenda, in Sardegna il clamore non ha sortito gli effetti sperati. “A novembre o dicembre sarò morto, le scorte mi bastano solo per pochi mesi, e io non ho neppure i soldi e il tempo per fare causa ai responsabili di questa lenta condanna a morte. La colletta degli amici non è sufficiente. E c’è persino chi mi attacca con delle falsità, senza verificare gli atti”.
E così, se entro pochi giorni non si troverà una soluzione contro uno Stato che non assolve ai propri doveri verso i suoi servitori e verso i suoi cittadini, Marco Diana, in compagnia del sindaco di Villamassargia, si recherà a Roma per una iniziativa eclatante.

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