Maresciallo Marco Diana: ‘Basta falsità contro di me!’
Si è svolto lo scorso 15 giugno al Microcitemico di Cagliari un corso di formazione in sessuologia medica oncologica, partecipato dalla dott.ssa Alessandra Graziottin (già partner dell’International Society for Sexuality and Cancer), da Nadia Brusasca (responsabile del centro di psico-oncologia della ASL 3 di Nuoro), ed altri valenti esperti del settore. Perché richiamare questo evento? Perché parteciparvi avrebbe probabilmente giovato a quella serie di personaggi che oggi in Sardegna hanno sollevato dubbi ed ironie sul trattamento di Marco Diana, il quale, nella lista degli integratori uniti alla terapia antitumorale, comprende persino la presenza del Cialis (ossia Taladafil, un analogo principio attivo del Viagra). Infatti, come certificato anche dal dott. Mariotti (uno dei più insigni endocrinologi italiani) e dal dott. Oppo, membro dello staff che si è occupato di Marco Diana, è stato riscontrato e certificato a carico del militare Sardo, ammalatosi per cause di servizio, un ipogonadismo di tipo iatrogeno, con annessi e connessi deficit strutturali nella sfera della sessualità. Senza addentrarci in dettagli morbosi, vi basti sapere che lo Stato ha annientato la sessualità di Diana, e che pertanto rientra nei pieni diritti del malato una terapia che cerchi di tamponare, per quanto possibile, il danno subito (che non si limita ad un semplice calo della libido). Chiunque abbia un minimo di sensibilità, di intelligenza, e soprattutto di rispetto, dovrebbe ben sapere che chi è sotto trattamento per rallentare l’azione del cancro può sviluppare seri danni all’apparato genitale ed anche disagi che necessitano di supporto psicologico, e che tali danni e tali disagi spesso dipendono dalla malattia stessa prima che dal suo trattamento.
E’ con rabbia ma anche con grande dignità che Diana si trova quindi costretto a difendersi, non solo dall’ostruzionismo della burocrazia italiana, ma persino da quanti tentano di disinnescare tutta la spontanea solidarietà nei suoi confronti. Dichiara Marco: ”Mi accusano persino di avere chissà quali conti in banca! Vengano a verificare, è tutto trasparente. E se così non fosse, allora perché alcune autorità, a partire dal primo cittadino del mio paese, sono dalla mia parte? Non c’è nulla da nascondere, basta osservare le carte. Lo Stato conosce benissimo la mia situazione!”.
Diana continua a tenere in vendita la casa, a fronte di una spesa per anticipo parziale dei costi del trattamento che ormai supera ampiamente i 120.000 euro annui, e che da solo non può minimamente permettersi. La politica ha il dovere di intervenire con determinazione, perché le chiacchiere non possono arrestare una malattia che ha ripreso ad espandersi dopo le negligenze degli organi preposti alla tutela della salute pubblica. Marco Diana non chiede nulla, non chiede più di quanto gli sia legittimamente dovuto in termini di assistenza a vita. Ma è certo che noi al suo posto non avremmo chiesto allo Stato meno di 10 milioni di euro, e non come compenso ad una vita, che non ha prezzo, ma perché le istituzioni non possono utilizzare i suoi servitori con tanta superficialità per poi abbandonarli nel momento del bisogno, dopo averli danneggiati. Sarebbe come ferire a morte per ben due volte la stessa persona. E questo un Paese civile dovrebbe tenerlo in stretta considerazione.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos
Per aiutare e sostenere il m.llo Marco Diana i suoi amici hanno creato e stanno diffondendo una petizione online (http://www.avaaz.org/it/petition/SALVATE_IL_SOLDATO_DIANA/?copy) e si continuano a raccogliere fondi per anticipare le spese che il m.llo Diana deve sostenere.
14 tentativi di postare un commento… errore, errore, errore e sempre errore. Forse l’errore alla base è il vostro. Sposare una causa con troppe ombre e con troppe ingiustizie verso le milioni di persone malate oncologiche che non hanno avuto il privilegio di una divisa…
Interrogazione n. 5-01966 Villecco Calipari: Sui benefici riconosciuti dall’Amministrazione della Difesa al Maresciallo Marco Diana.
Ai sensi dell’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 461/01 il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio (ivi incluse le ipotesi, di patologie legate all’esposizione in ambienti operativi all’uranio impoverito) è demandato al «Comitato di verifica per le cause di servizio» – il cui parere assume carattere vincolante – istituito ed operante alle dipendenze del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel caso specifico, detto Comitato, con parere del 7 maggio 2002, non ha condiviso il giudizio espresso dalla Commissione Medico Ospedaliera di Cagliari che aveva riconosciuto l’infermità, di cui è affetto il M.llo Diana, dipendente da causa di servizio.
Pertanto, sulla base del giudizio espresso dal Comitato, la Direzione Generale competente ha definito le domande di pensione privilegiata e di equo indennizzo con due distinti decreti negativi.
Avverso il decreto di diniego della pensione privilegiata, l’interessato ha presentato il ricorso in via giurisdizionale alla Corte dei Conti che si è espressa favorevolmente nei confronti dell’istante, riconoscendogli il diritto al trattamento pensionistico privilegiato di 1a categoria, a decorrere dalla data del congedo.
A seguito di ciò, sono stati concessi al M.llo Diana:
la Pensione Privilegiata con decreto del 4 marzo 2004;
l’Equo Indennizzo con decreto del 16 marzo 2004, per un importo pari a euro 7.977,71.
Inoltre, con atto di transazione n. 148 del 24 maggio 2008, al fine di comporre bonariamente la vertenza insorta tra le parti, la Difesa ha corrisposto la somma di 923.000 euro per risarcimento danni al Sottufficiale che, con la sottoscrizione di tale atto, si è considerato «completamente e definitivamente tacitato di ogni e qualsiasi diritto e pretesa … di non avere altro a pretendere dall’Amm.ne Militare… e di rinunciare a qualsiasi azione giudiziaria conseguente ai fatti oggetto del presente atto di transazione».
Il M.llo Diana ha, inoltre, invocato la concessione dei benefici previsti dalla legge n. 266 del 23 dicembre 2005; a seguito di tale istanza, la Direzione Generale competente ha richiesto (allegando anche la citata sentenza della Corte dei Conti) il previsto parere al richiamato Comitato di Verifica per le Cause di Servizio, sulla riconducibilità dell’infermità alle particolari condizioni ambientali od operative della missione, elemento determinante per poter riconoscere le nuove provvidenze richieste dall’interessato.
Il Comitato con parere n. 141 del 6 marzo 2007 non ha ravvisato nel servizio svolto dal Sottufficiale, «anche valorizzando le considerazioni del giudice pensionistico», l’esistenza delle particolari condizioni operative rispetto alle ordinarie connesse allo svolgimento dei compiti d’istituto; tale parere negativo è stato confermato anche in sede di riesame.
Il M.llo Diana, avverso tale decreto negativo, ha presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato, attualmente non ancora definito.
Quanto alle notizie circa il presunto decesso del Sottufficiale, vorrei chiarire che, in effetti, il nominativo è stato inserito, come deceduto, nell’elenco inviato alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui casi di morte e gravi malattie in data 12 luglio 2007, imputabile ad un mero errore di trascrizione.
La Direzione Generale della Sanità Militare ha provveduto a telefonare all’interessato esplicando il rammarico per l’ac-caduto e lo stesso ha espresso soddisfazione per tale interessamento.
Circa l’impegno che avrebbe assunto la Difesa in merito al rimborso di tutte le spese sanitarie sostenute dal militare, la competente Direzione Generale della Sanità Militare ha sempre provveduto, con la massima sollecitudine, a liquidare al M.llo Diana le somme richieste (4 sussidi: euro 1.500 nel 2002, euro 6.350 nel 2004, euro 11.790,54 nel 2008 e euro 15.013 nel 2009).
caro signor Simone
vorrei che capisse il problema principale in questa vicenda
il fatto che esistano dei malati di cancro(con la divisa) che sono partiti sani a servire lo stato e strano caso sono tornati a casa con un regalo che nessun uomo sano vorrebbe
ora vista la sua conoscenza dei fatti vorrei che ricordasse tutto nei suoi commenti(esistono cause di servizio)
e se queste cause di servizio sono imputabili a errori di coloro che ci governano o di coloro atti a tutelare i nostri militari prima di prendere parte a queste missioni oltre le cause stesse esistono dei colpevoli
ma lasciamo da parte questi particolari per il momento perche visto che da lei non sono stati menzionati (quindi privi di importanza) e parliamo delle cifre da lei elencate(a mio modesto parere solo per stupire con questi numeri tutti coloro che(purtroppo affetti dal cancro) devono far fronte a queste spese senza gli stessi aiuti e familiari
come citato nell’articolo avra ben letto che le sole cure mediche costano 120 mila euro all’anno e più anticipati dal Maresciallo Diana e famiglia in attesa del rimborso il quale le lascio immaginare a chi si è dovuto rivolgere per averli e quindi a chi ha dovuto poi restituire i soldi per onorare i debiti in attesa dello stesso
ma anche questo per lei ha poco conto
cio che per lei conta è:
che il Maresciallo Diana una volta accettati questi soldi accettava di non rivalersi più sul ministero della difesa
che la pensione di grande invalido le è stata riconosciuta(anche se strano caso non la percepisce)
che le cure mediche le siano state garantite a vita (anche queste però strano caso le sono state sospese,non tanto strano visto che qualcuno di buona fede sapendo che il Maresciallo Diana prende giornalmente circa 90″novanta”pastiglie al giorno tra le quali qualche calmante si è presentato da lui e le ha fatto firmare la rinuncia alle cure)
che la ASL 7 puntualmente si prodiga in ritardi nelle consegne dei farmaci e a volte (come giusto trattandosi di militari)glieli scagliona in periodi diversi
ma non voglio spiegarle che ogni farmaco in terapie tumorali ha uno scopo ben preciso e che la somministrazione scaglionata degli stessi puo essere dannosa per il paziente perche sono sicuro che anche questo lei lo sa
voglio solo dirle in tutto il rispetto che ancora posso portare per gente come lei che:
4000 soldati (ragazzi sanissimi)sono tornati a casa per lottare contro la morte a causa di qualcuno
che nessuno di questi ragazzi dovrebbe anche solo alzare un dito in protesta visto che la causa del loro male siamo noi stato italiano
che non è una divisa che fa la differenza ma bensi cosa o chi causa il male che può farla
che se soldati sono morti in questa guerra a causa di questo male senza aver nessun risarcimento ogniuno di noi dovrebbe mettersi una mano nella coscenza è l’altra nel portafoglio e rendere almeno ai familiari un indennizzo equo alla perdita del proprio caro per cause ancora ignote ma con dei colpevoli ben noti
che chi ha operato in malafede uccidendo e mutilando a vita i nostri soldati venga condannato con pene esemplari(pena di morte a mio modesto parere è piu che equa)
che queste 4000 anime non debbano ancora leccare il culo a una politica corrotta e fare silenzio per rendere felice uno stato maggiore di incompetenti che li ha condannati ad un agonia(per alcuni veloce e per altri lenta)sperando che questi facciano qualcosa per loro
che italiani come lei e come me si devono vergognare di cio che hanno fatto a questi ragazzi e devono lottare perche i pochi sopravvissuti e le famiglie di quelli che purtroppo non ci sono piu sappiano che noi ITALIANI ci sentiamo in colpa per quello che hanno fatto ai loro ragazzi
che è inammissibile che politici ,dirigenti pubblici(ASL,INPS ecc.ecc.)prendano in un anno 10 volte i soldi erogati al Maresciallo Diana e a tutti i condannati a morte dei vari contingenti inviati in missione senza dare niente alla popolazione
che gente come lei pronta con la calcolatrice in mano dovrebbe per primo farci capire il perche lo fa
io non credo che la sua sia sete di giustizia(modesto parere)
perche se la sua fosse voglia di giustizia mi guarderei bene da dare un prezzo alla vita umana
di solito in lettere cosi lunghe si legge l’inizio e la fine quindi questo è il mio finale
il maresciallo Diana oggi non chiede altri soldi come lei cerca di far credere
Lui oggi chiede puntualita nelle cure e sostentamento di tutte le spese necessarie ai suoi trattamenti
perche oggi lui non è piu in grado di anticiparle
perche lo stato deve essere pronto a pagarle prima che queste avvengano
perche lui vuole continuare a vivere nonostante molti sperino che come tanti muoia il prima possibile
perche in lui e in molti come lui ci sono le prove che possono permetterci di condannare i colpevoli di questo olocausto
stia bene e in salute
cordialmente
Aldo Lai
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