Breve dizionario dei termini: Sovranismo, Indipendentismo, Federalismo, ecc.

Autonomia: Comunità munita di istituzioni a legislazione autonoma rispetto a quella ordinaria dello Stato di appartenenza. Nella nostra realtà si tratta dell’insieme delle istituzioni regionali speciali varate nella Repubblica Italiana del secondo dopoguerra, sulla base di presupposti geografici, economici e culturali. In Sardegna l’Autonomia nasce dalla terza legge costituzionale del 1948: lo Statuto Autonomo, includendo, fra i vari, alcuni elementi di automazione fiscale rispetto alle Regioni ordinarie. Tale Statuto tuttavia, a differenza di quello omologo del Trentino/Alto Adige-Sudtirol, omette di riportare un formale riconoscimento della minoranza linguistica Sarda.
La sovranità delle Regioni a Statuto speciale non è originaria, ovvero non dipende dalla diretta comunità territoriale che la esercita ma dall’insieme delle istituzioni statali da cui trae legittimazione (vedere anche voce “Sovranità”).

Autonomismo: Ideologia politica volta ad applicare l’Autonomia esistente all’interno di uno Stato o ad estenderla fino ai caratteri di una completa indipendenza. Vi sono autonomisti italiani tendenti a svilupparla nel quadro dell’unità italiana e vi sono autonomisti Sardi tendenti a svilupparla verso una nuova Repubblica indipendente rispetto allo Stato Italiano o in un nuovo assetto federale con esso e con terze istituzioni sovranazionali (ad es. Unione Europea). Le ultime varianti dell’autonomismo dunque, per quanto in linea col Diritto Internazionale sull’autodeterminazione dei popoli, contrastano con il Diritto degli Stati-nazione contemporanei, che prevalentemente impediscono un serio riconoscimento delle proprie minoranze nazionali.

Assistenzialismo: Dinamica politico-sociale tendente alla richiesta di denaro e sovvenzioni pubbliche e/o vantaggi occupazionali di vario genere per tamponare problematiche in modo temporaneo piuttosto che affrontarne le cause strutturali di lungo periodo. Si riscontra maggiormente nei sistemi politici centralisti, statalisti e parzialmente illiberali, dotati di ampie strutture burocratiche e clientelari, dove l’assenza di federalismo e quindi di responsabilità diretta nella gestione di beni e servizi del territorio non è sottoposta a procedimenti sanzionatori di natura etica e/o amministrativa.

Centralismo: Insieme delle azioni di indirizzo politico/legislativo/culturale/fiscale ed economico emanato da istituzioni centrali a carico degli enti periferici di uno Stato.
Ovvero tutti quegli elementi di regolazione della vita associata di una popolazione che non dipendono dalla diretta volontà di una comunità stanziata in una precisa località del territorio di uno Stato. E’ centralismo la politica fiscale dello Stato che sottrae tali prerogative ai suoi enti periferici e sono centralisti i programmi della Pubblica Istruzione emanati da Roma con scarsa attenzione del patrimonio storico/archeologico/geografico e linguistico di uno o più specifici territori dello Stato.
Sono centralisti gli appartenenti ai membri di partiti italiani le cui segreterie amministrative non hanno origine nel territorio di applicazione delle loro politiche. Gli indipendentisti definiscono anche “unionisti” tali esponenti centralisti. Sotto il profilo storico, fra i primi fautori del centralismo vi fu il giurista francese Jean Bodin (1529-1596), teorico dell’assolutismo regio. La visione di istituzioni centrali capaci di plasmare la vita pubblica verrà ripresa dall’ottocento in poi dall’ideologia socialista, ed alla nascita degli attuali Stati-nazione, con ricadute sia nei modelli autoritari che liberaldemocratici di destra e sinistra.

Federalismo: Processo di condivisione della sovranità fra due o più comunità non necessariamente munite dello stesso grado di riconoscimento politico. Ad esempio, è federale l’insieme delle istituzioni del Regno Unito, caratterizzate dal formale riconoscimento delle nazioni che lo compongono: Inghilterra, Galles, Scozia ed Irlanda del Nord, ma munite di diversi livelli di autonomia (si parla in questo caso di federalismo plurinazionale). Stati Uniti e Italia sono invece due esempi di federalismo mono-nazionale, ovvero dove vi è la prevalente affermazione di una sola nazionalità (spesso coincidente con una sola lingua) rispetto ai paventati diritti delle minoranze stanziate entro i loro confini geografici. Stati Uniti e Italia si differenziano a loro volta per un marcato federalismo amministrativo a vantaggio del primo esempio (dove al posto delle Regioni vi sono veri e propri Stati che condividono prevalentemente sovranità monetaria e difensiva), mentre invece uno scarno federalismo contraddistingue lo Stato Italiano (dove le Regioni Autonome spesso non riescono neppure a far valere i rispettivi diritti fiscali, a conferma di una delle Costituzioni più obsolete dell’occidente).
Sotto il profilo storico, fra i primi fautori del federalismo contro una sola fonte di provenienza dei diritti e dei doveri vi fu il giurista tedesco Johannes Althusius (1563-1638), sebbene già la precedente civiltà comunale italiana offrisse legittimazione giuridica alle piccole comunità contrapposte all’autorità imperiale, mentre in Sardegna la civiltà giudicale sviluppava una propria legislazione autonoma, anche se derivata, rispetto all’influenza esterna (Carta de Logu).

Indipendentismo: Ideologia politica nazionalista munita di varie strategie ed orientamenti tendente a liberare una nazione, oppure a separare (e in questo caso si parla di indipendentismo separatista/secessionista) la porzione del territorio di uno Stato dalle sue istituzioni centrali, allo scopo di formare una nuova nazione ed un nuovo Stato (a sua volta configurantesi secondo modelli autoritari o democratici). Esistono indipendentismi tendenti all’isolazionismo ed indipendentismi tendenti a condividere l’eventuale forma statuale raggiunta con terze istituzioni sovranazionali (ad esempio ONU od Unione Europea). L’indipendentismo Sardo rientra prevalentemente in questa seconda categoria di pensiero.

Nazionalismo: Sentimento di vicinanza alle proprie radici, spesso configurantesi attraverso una o più ideologie politiche in supporto della propria comunità. E’ nazionalista chiunque si riconosca in un popolo dotato di precisi caratteri che identificano l’individuo nel rapporto col gruppo sociale di cui è espressione e nel rapporto con terzi (fra cui storia, talvolta lingua comune, ecc). Siano essi caratteri pratici o mitici (quindi reali, consuetudinari o artificiosi). In Sardegna, è nazionalista qualsiasi autonomista e federalista che riconosca l’esistenza della Nazione Sarda, a prescindere dal grado di sovranità che potrebbe conquistare. E’ ovviamente nazionalista qualsiasi indipendentista che paventa l’autodeterminazione della Nazione Sarda. Il nazionalismo si suddivide essenzialmente in etnonazionalismo (in cui l’appartenenza al gruppo sociale è caratterizzata da stretti legami di sangue fra gli individui) ed in nazionalismo civico (anche detto liberalnazionalismo), nel quale l’appartenenza al gruppo sociale non è necessariamente legata ad origini riconducibili al gruppo stesso. Gandhi fu uno dei più celebri esponenti nazionalisti della storia, che così dichiarava: “Il nostro nazionalismo non potrà essere di alcun pericolo per le nazioni in quanto noi non sfrutteremo nessuno, proprio come non permetteremo a nessuno di sfruttare noi”.
Curiosità: in Italia molti dizionari riportano una definizione ideologica estremista, erronea e non politologica del nazionalismo, in ragione della fase fascista attraversata dalla storia dello Stato Italiano e di parte dell’Europa nel corso del novecento. Interpretazione che ha influenzato persino aree dell’indipendentismo Sardo allevate secondo i canoni della sinistra italiana ed internazionale.

Nazionalitarismo: Termine utilizzato da gruppi ed esponenti della sinistra nazionalista (e non solo) in rapporto all’equivoca definizione del nazionalismo, talvolta imbevuto di ideologia comunitarista e cosmopolitanista (nella quale i diritti del singolo vengono secondariamente a quelli della comunità e del multiculturalismo, piuttosto che portarli sullo stesso piano). Nello spazio di Mario Garzia, l’ex esponente de “Su Populu Sardu” Mario Carboni (nel movimento attivo a fine anni ’70), ha riconosciuto di aver importato tale terminologia dal vecchio Movimento Nazionalitario Occitano (in Francia) verso la Sardegna, proprio per fugare i timori che al periodo incuteva (e in parte incute tutt’ora) l’erronea interpretazione del nazionalismo. Si segnala inoltre che, sotto il profilo degli studi sulla materia, dal 1990 esistono organizzazioni come l’ASEN (Associazione per gli studi sull’etnicità ed il nazionalismo), presso la London School of Economics, un dipartimento dell’università britannica. ASEN che fino a questo 2013 è stata presieduta da un accademico del calibro di Anthony D. Smith.

Sardismo: Ideologia nazionalista Sarda diffusasi con la nascita del Partito Sardo d’Azione ad opera di Lussu e Bellieni nel corso del novecento ed alimentata da una serie di intellettuali ad esso contigui. Inizialmente autonomista ed unionista, con tratti parzialmente federalistici, si è successivamente evoluta anche in forma pienamente indipendentista ed oltre i confini dello stesso PSD’AZ, che oggi non detiene più la centralità politica del variegato nazionalismo Sardo.

Sciovinismo: Estremizzazione del nazionalismo secondo una declinazione spesso violenta ed intollerante, nella quale il proprio gruppo sociale viene identificato come migliore e/o superiore a tutti gli altri, giustificandone così anche una dinamica prevaricatrice a carico di chi non ne fa parte. Ideologia spesso presente nella variante etnonazionalista del nazionalismo, storicamente si è caratterizzata negli autoritarismi fascisti e comunisti del novecento, nonché presso l’ideologia politica di alcuni movimenti indipendentistici dotati di strutture paramilitari (spesso a carattere marxista-leninista, e con sponde verso l’anarchismo). L’etimologia del termine deriva dal nome del leggendario militare transalpino Nicolas Chauvin, che servì Napoleone sotto al Primo Impero Francese, caratterizzato da morbosi eccessi di patriottismo.

Sovranità: Esercizio del potere nel quadro di una comunità organizzata. L’espressione è una somma dei poteri di governo riconosciuta ad un soggetto di diritto pubblico internazionale che può essere una persona od un organo collegiale. Esistono tuttavia varie forme di sovranità, ad esempio originaria, condivisa/derivata/delegata, a seconda del contesto politico con cui una data popolazione esprime o meno la sua volontà. Nel dettato costituzionale italiano solo il “Popolo Italiano” è sovrano, che esercita tale proprietà nei limiti e nelle forme stabilite dalla Carta Costituzionale stessa (art. 1, comma II). Sul piano del Diritto, la sovranità è pertanto esercitata dagli organi dello Stato e dei suoi arti periferici che condividono in misura coordinata una serie di funzioni gerarchicamente ordinate.

Sovranismo: Terminologia autonomista (non sempre nazionalista) ed indipendentista, riformista e nazionalista, importata in Sardegna da varie esperienze internazionali (in particolare scozzesi e catalane) e tendente a sviluppare per gradi la sovranità delle istituzioni deputate alla regolazione della vita della comunità stanziata nel suo territorio di riferimento. L’autonomismo viene visto come mezzo per l’indipendenza (considerata il fine dell’azione politica), e caratterizzantesi per una visione originaria della sovranità, secondo la quale l’autodeterminazione non può essere concessa da un soggetto terzo rispetto alla comunità di appartenenza ma può essere pretesa dalla stessa. In Sardegna il termine è stato riutilizzato da diversi esponenti, gruppi e movimenti politici, fra cui RossoMori, U.R.N. Sardinnya, Fortza Paris ed indipendentisti e sardisti vari, fra cui Franciscu Sedda e Paolo Maninchedda. Nell’isola viene utilizzato anche in maniera strumentale da forze politiche centraliste per esclusive ragioni di propaganda elettorale.

Adriano Bomboi.

Iscarica custu articulu in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

Be Sociable, Share!

    7 Commenti

    • Non cuncordo,PETZI CHE NUDDA, ma ite b’intrat separatismu chin indipendentismu ti ne do carcuna deo de definitzione bista dae s’ala de una natzione dominada.
      Titolo 1- Parole e concetti chiave

      1.1 – Sardismo; è la consapevolezza dell’appartenenza ad una nazione diversa da quella che ci viene imposta dallo stato oppressore e la volontà di battersi per il riscatto dei propri diritti nazionali.
      Di contro vi è l’italianismo di coloro che pur essendo sardi sono organici alla nazione italiana, ne curano gli interessi in Sardegna, sono eterodiretti, sono tramite per il mantenimento della sudditanza e si adoperano per fare della sardità una questione culturale-folcloristica e per costringere la lotta di liberazione nazionale del popolo sardo nei confini della questione meridionale o della lotta di classe. Sardismo non è da intendersi dunque come l’azione politica e culturale di un partito, del PSd’Az, ma il movimento di pensiero che con diversi gradi di permeazione e consapevolezza è condiviso e vissuto dai sardi che intendono battersi per i propri diritti nazionali. Esso è un anelito di libertà che ha valore universale, come appunto diceva A. Simon Mossa in un discorso del 1969 a Strasburgo parlando delle nazioni senza stato “ Se anch’essi avvertono questo anelito di libertà che noi chiamiamo Sardismo vuol dire che il Sardismo è idealità universale e non fatto e fenomeno provinciale come i proconsoli e i servitori del potere statuale si compiacciono di affermare”.

      Due soluzioni sardiste sono possibili quella unionista e quella indipendentista.

      1.2 – Unionismo; è la parte più colonizzata e compromissoria del Sardismo che è convinta, forse più per interesse che per credo ideologico, che la nazione sarda possa ottenere un riconoscimento dei propri diritti rimanendo all’interno dello stato Italiano e rinunciando all’indipendenza statuale. Molti “padri” del sardismo, Bellini, Lussu ed altri hanno fatto questa scelta e, pur dando un importante contributo teorico al sardismo, hanno di fatto frenato l’evoluzione del sardismo verso la soluzione indipendentista.

      1.3 – Indipendentismo; è la parte più consapevole del Sardismo che ha capito che non ci può essere nessun riscatto dei propri diritti nazionali se non si consegue la piena e totale indipendenza dallo stato oppressore e dalla nazione che lo esprime. Intuizione sempre presente nei padri del sardismo ma esplicita solo nei discorsi di A. Simon Mossa, in alcuni promotori del neosardismo e codificata negli statuti di alcuni movimenti o partiti politici, nel 1978 in quello di Su Populu Sardu, riaffermata da Sardigna e Libertade (diventata successivamente PSIn e infine SNI) e nel dicembre del 1981 in quello del PSd’Az ( Congresso di Porto Torres) e nell’agosto 2002 da IRS (Presentazione del movimento a Corte in Corsica).

      1.4 – Separatismo; coincide con secessionismo ed è l’azione e l’aspirazione di chi facente parte di una nazione unica intende separarsi da essa e costituire un’altra entità nazionale ed organizzarsi in un altro stato. La lotta della nazione sarda non è separatismo ma liberazione in quanto mai essa ha fatto parte della nazione italiana ma è stata invece, da quest’ultima, assoggettata, colonizzata e tenuta prigioniera. L’essere separatista è di fatto un’ammissione di unicità della nazione sarda con quella italiana.
      L’essere sardista esclude l’essere separatista ma non esclude l’essere indipendentista. Sardismo ed indipendentismo non sono due categorie di pensiero che si escludono a vicenda ma piuttosto due livelli di consapevolezza dello stesso pensiero. Le intuizioni e gli intenti del sardismo, se si vuole nel concreto rivendicare i diritti nazionali del popolo sardo, non possono che portare alla soluzione indipendentista, qualsiasi altra ipotesi unionista non ha risolto e non risolverà il problema.
      1.5 – Nazionalismo; è la consapevolezza e la certezza di appartenere ad una nazione che, anche se non è stato, esiste ed ha il diritto alla propria indipendenza e dunque al proprio stato. Essere nazionalisti significa fare la scelta di militare nella lotta di liberazione nazionale, per porre fine alla sudditanza imposta al proprio popolo da uno stato extranazionale. E’ la consapevolezza del nazionalismo che porta all’indipendentismo. L’indipendentismo è lo strumento del nazionalismo e non l’artefice.
      Nazionalisti sono, coloro che pensano che la famiglia di riferimento sia la nazione e non lo stato e che credono che le libertà collettive nascano dal rispetto e dalla tutela delle particolarità nazionali e non dagli interessi degli stati.

      La nazione sarda esiste ed ha bisogno dell’indipendentismo per liberarla e non per costruirla. La nazione sarda non ha bisogno di novelli costruttori, è nata dalla resistenza del nostro popolo al susseguirsi degli invasori, dalla propria lingua, dalla propria cultura, dalla scelta del tipo di vita e di economia e dalla volontà di essere sovrani del proprio territorio e del proprio destino. La nazione è una nazione storica e non di volontà. L’indipendentismo non è lo strumento per costruire la volontà di esistere come nazione ma lo strumento per conquistare il diritto di esistere come stato.
      Con questo non si vuole escludere che possano nascere nazioni di volontà, si può citare quello compiuto degli Stati Uniti d’America e quello incompiuto della Padania, ma non è il caso della nazione sarda.
      A far nascere una nazione di volontà sono normalmente ragioni rivendicative di tipo economico (privilegi mancati per la diluizione nello stato delle proprie ricadute economiche) e politico ( rifiuto del potere politico che tali privilegi impedisce ). In questo caso il nazionalismo è uno strumento per costruire un’altra nazione-stato e giustificare il separatismo e la secessione dalla nazione-stato di appartenenza. E’ un processo intranazionale non extranazionale, all’interno di una nazione madre e non tra due nazioni distinte.
      Se la nazione sarda non esistesse, per giustificare il separatismo sarebbero necessarie delle forti ragioni diverse da quelle che sono alla base dell’esistenza di una nazione storica e tali da rispettare almeno due condizioni;
      - devono essere particolari e caratteristiche esclusive della Sardegna in quanto altrimenti tutte le regioni dello stato italiano e di qualunque stato-nazione potrebbero avanzare le stesse pretese e la problematica delle nazioni senza stato verrebbe talmente diluita da rientrare nella problematica del regionalismo o al massimo in quella dell’autonomismo.
      - Non possono essere esclusivamente di discriminazione economica e strutturale in quanto nel caso si potrebbero inquadrare nella questione meridionale.
      - Non devono essere possedute da parti della Sardegna ( Campidano, Logudoro, Gallura ….) in quanto giustificherebbe un separatismo interno che indebolirebbe e vanificherebbe la lotta di liberazione nazionale del popolo sardo.
      Dette ragioni, inoltre, non sono di certo simili a quelle della Padania, (esaltazione dei privilegi economici) in quanto la Sardegna non è oggi in quelle condizioni ed il suo popolo è convinto di non bastare a se stesso.
      Un indipendentista non può negare l’esistenza della nazione sarda o dichiararsi separatista, negherebbe la sua stessa ragion d’essere e , non solo, si porrebbe di fatto dalla parte di coloro che la tengono in sudditanza e costringono la questione sarda nei ristretti ambiti del meridionalismo, ma rafforzerebbe la soluzione autonomista ed indebolirebbe quella indipendentista.
      Quell’autonomismo, che il novello separatismo dice di voler combattere, diventerebbe nuovamente riproponibile e nella migliore delle ipotesi porterebbe ad un federalismo imposto e non certamente all’indipendenza.
      Il separatismo non è qualcosa di più dell’indipendentismo, l’apparente durezza della parola nasconde la debolezza del risultato.

      1.6 – Nazionalitarismo; è un infingimento che usa chi vuole addolcire, addomesticare o sinistrizzare il Nazionalismo per nascondere, in molti casi, una scelta ancora unionista. Quelli di ideologia centrista o di centrodestra pensano che il “Nazionalitarismo” sia più democratico; fa meno paura, pone il problema in termini culturali ed economici e non tocca, volutamente, quello politico. Quelli di sinistra ed i comunisti non indipendentisti, con la scusa che nazionalismo sembra di destra, infarciscono i loro discorsi con il termine nazionalitarismo. Discorsi chiaramente di sinistra ma altrettanto chiaramente unionisti quanto quelli centristi e di destra.
      Nazionalitarismo e Unionismo non sono la stessa cosa ma in Sardegna alloggiano insieme anche se il primo appare in pubblico più dell’altro.
      Nazionalitarismo e Unionismo e per gli aspetti suddetti anche il separatismo sono d’impedimento al nazionalismo e all’indipendentismo, i primi due sono, anzi, il tramite mediante il quale l’italianismo e parte del nnata tengono a freno il diffondersi del nazionalismo.
      Il nazionalismo è infatti, rivoluzione, ribellione, desiderio di dignità, non è ne di destra ne di sinistra, è liberazione.

      1.6 a – Sovranismo; è una riproposizione in chiave moderna dell’autonomismo ed è la posizione di chi crede che si possano acquisire maggiori spazi di sovranità e apportare miglioramenti alla condizione dei sardi e quindi avere la possibilità di un riscatto del popolo sardo pur rimanendo nella condizione di non libero e di dipendente. Non è quindi un andare oltre l’indipendentismo ma un rinunciare all’indipendenza e dunque al diritto ad una propria soggettività politica statuale totalmente indipendente da quella dello stato attore della sudditanza.

    • Bustià, sull’Indipendentismo c’è scritto:

      “Ideologia politica nazionalista munita di varie strategie ed orientamenti tendente a liberare una nazione e/o a separare (e in questo caso si parla di indipendentismo separatista) la porzione del territorio di uno Stato dalle sue istituzioni centrali, allo scopo di formare una nuova nazione ed un nuovo Stato”.

      Significa che c’è l’indipendentismo che libera le nazioni e, (e congiunzione), l’indipendentismo separatista/secessionista, cioè quello che crea nuove nazioni scindendo il territorio di uno Stato pre-esistente. Per quello nella definizione di Nazionalismo ho definito caratteri “reali, consuetudinari e artificiosi”, perché ci son già le nazioni che si sentono tali e quelle che vengono create a tavolino (ad esempio l’Italia risorgimentale o la “Padania”). E comunque tutte attengono ad una costruzione ideologica.

      Ho cambiato “e” con “oppure”, per non dare adito ad equivoci.

    • Mi son scordato, sul resto delle definizioni, ad esempio sul nazionalismo, tu dai una lettura politica, non politologica. Ad esempio per te e SNI il nazionalismo è esclusivamente ribellista e indipendentista, sul piano politologico (e reale) no. C’è chi si sente vicino alla propria nazione ma non traduce il proprio sentimento nazionalista sul piano politico, oppure semplicemente gli fa comodo lasciare tutto così. Ci sono Sardi, non italianizzati, che non si impegnano politicamente (è una forma di qualunquismo), altri che vogliono solo più autonomia (e non sono solo quelli italianizzati), come ci sono ad esempio scozzesi che nel loro territorio sono riconosciuti dalle istituzioni londinesi e locali come nazione, ma intendono tenere il loro rapporto federale col Regno Unito (Inghilterra, Galles, ecc.).

      Per capire meglio la realtà è opportuno seguire oggettivi criteri di valutazione scientifica piuttosto che interpretazioni politico-ideologiche, o si rischia di generalizzare un panorama sociale complesso, creando anche ghettizzazioni politiche dove si separano i “buoni dai cattivi”. E questo rischierebbe di marginalizzare l’indipendentismo nel suo lavoro di comunicazione pubblica.

    • Est chi sos bocabolarios los faghent sos dominadores, sos cale ammastant puru sos cuntzetos a piaghere issoro,terrorista e eroe patriota, invasore e liberadore, sunt sa matessi pessone ….. e ateros e ateros a sicundu de sa cumbenia. A pustis de custu acraramentu andat metzus. Chin salude

    • Appunto per quello non mi fermo alla definizione di “nazionalismo” dei vocabolari italiani, o dovremmo anche vergognarci di ciò che siamo :)

    • [...] le riflessioni di Giuseppe Melis e Andrea Nonne, mentre Mario Garzia, nella sua replica ad una mia sintesi sulla terminologia oggi in uso in Sardegna nella galassia dell’autonomismo e dell’indipendentismo, ha [...]

    • [...] (semplice e neutro sentimento di appartenenza ad una nazione) con lo sciovinismo. Ecco perché un dizionario fa sempre comodo, ma soprattutto farebbe comodo sapere che proprio il nazionalismo risorgimentale [...]

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.