Scompare Nelson Mandela
Nelson Mandela ha lasciato il suo corpo mortale per entrare nell’immortalità. Quella dell’esempio per l’umanità, dove la battaglia per l’eguaglianza dei diritti civili e per la democrazia ha consegnato alla storia un faro di rettitudine morale.
Molti ricordano Mandela per il suo Nobel per la pace conquistato nel 1993 assieme a Frederik Willem de Klerk, ultimo presidente bianco del Sudafrica, ma pochi ricordano le privazioni e le angherie subite da Mandela per tantissimi anni da parte dello Stato sudafricano. Eppure la lotta all’apartheid non finì con la conquista del Nobel e neppure con la fine del razzismo legalitario che consentiva alla minoranza bianca dell’ex colonia britannica di governare su una moltitudine di neri. La grande opera politica di Mandela è costituita anche e soprattutto dal lavoro di ricostruzione di una nuova identità nazionale sudafricana, non più basata sull’esclusione di una parte della popolazione, ma sull’armonia di tutte le sue componenti. In questo senso l’African National Congress non si abbandonò ad alcuna vendetta nei confronti dei vecchi carcerieri bianchi ma lasciò in posti di responsabilità diverse componenti della vecchia nomenclatura al potere, organizzando addirittura dei veri e propri meeting di riconciliazione fra vittime e carnefici, posti faccia a faccia. La famosa Truth and Reconciliation Commission (TRC) fu uno dei massimi esempi di come una comunità possa ritornare alla fraternità dopo un epoca buia, senza il ricorso ad una giustizia sommaria ed allo scopo di educare le generazioni future al valore del dialogo. Bisogna dire che il Tribunale che sottendeva all’azione di tale commissione non ottenne in tutti i casi i risultati sperati, ma la sua istituzione rimane ancora oggi uno dei pochi esempi storici in cui l’umanità, dopo un importante cambio di regime, ha trovato una strada pacifica sul difficile terreno della convivenza civile.
Adriano Bomboi.
Simple Minds – Mandela Day (Flv – You Tube).
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